8 marzo 1891 - "Abbiamo visitato una delle scuole elementari maschili e siamo rimasti veramente impressionati dello spettacolo sconfortante. Figurarsi: 55 alunni in un locale incapace al punto che gli scolari sono pigiati come le acciughe, 8 per banco...." Da queste colonne dell' "Eco della Lomellina" si intuisce l'assoluta necessità di un nuovo edificio scolastico.
Le scuole elementari erano comunali e, già in quell'anno, a Sannazzaro c'erano 7 maestri occupati in classi dalla prima alla quinta. Le prime classi erano numerosissime (75 la maschile - 53 la femminile) ma il numero degli alunni si assottigliava notevolmente nelle classi successive, tanto che in quinta c'erano solo 15 maschi. Da questi dati si evince chiaramente che molti scolari abbandonavano la scuola dopo il secondo o il terzo anno, sia per le frequenti bocciature, sia per l'esigenza, soprattutto per le bambine, di accudire i fratelli minori durante la stagione dei lavori in campagna, cui erano occupati entrambi i genitori.
A quei tempi, comunque, il Comune forniva gratuitamente maestri, locali e libri, per una spesa complessiva di 8.000 £ annue circa. Gli alunni frequentavano la scuola nei locali del palazzo municipale (ora palazzo Mocchi, in Via Veneto) sede anche della Pretura, mentre la 5a classe era distaccata nel coro della Chiesa di San Bernardino. Dunque si imponeva agli amministratori comunali l'inderogabile urgenza di costruire un edificio idoneo a tali circostanze.
" Già vent'anni prima il comune aveva acquistato dall'Ing. Cardoli la vecchia casa Vanosi (ubicata in angolo Via Veneto - via Saffi) adiacente al Palazzo Municipale, con l'intenzione di erigervi l'edificio scolastico ma come e perché quell'edificio non si fece mai, malgrado il bisogno che fin dall'ora si aveva di nuovi e più adatti locali per le scuole, non si sa".
Nel 1873, allo stesso scopo, era stato offerto al Comune, il magnifico Palazzo Malaspina (poi Incisa) al prezzo di 25.000 £, ma l'acquisto non si fece. L'anno seguente si pensò di comprare l'area e annesso fabbricato del Civico Ospedale di Pavia (chiamato dai Sannazzaresi "Lasarat"), a fianco dell'allea pubblica (ora viale Italia), sul ciglione della costa (dove attualmente c'è il condominio "Panorama"), "in posizione sana, ridente, maestosa". Ma anche questa idea venne abbandonata per far posto ad una nuova opportunità offerta nel 1890 dall'Avv. Pollone che mise in vendita un terreno di circa 7 pertiche, in località stazione, a 700 £ la pertica, a favore dell'Ospedale di Pavia.
L'ispettore scolastico e un ingegnere del Consiglio Sanitario Provinciale, esaminate le diverse località proposte, indicarono come migliore proprio quella prossima alla stazione perché conciliava ragioni di igiene, di economia e di attitudine".
Nel 1891 fu bandito il concorso per il progetto sull'erigendo edificio scolastico, fissando un premio di 300 £ al vincitore, oltre al diritto di assistenza nell'esecuzione dei lavori. Furono presentati ben 11 progetti, esposti al pubblico per 15 giorni nel salone dell'Ospedale di Pavia gentilmente concesso. Ci fu grande concorso di pubblico che espresse pareri cui l'Amministrazione Comunale si ispirò per la scelta definitiva.
Fra gli 11 progetti venne scelto quello dell'ing. Pietro Magnani di Pieve Albignola, perché ritenuto il più conforme alle norme suggerite dal Ministro della Pubblica Istruzione. Oltre la spesa preventivata in 44.000 £ si doveva calcolare a parte quella per la palestra, che ammontava a 2.000 £. Per finanziare un'opera di tale entità l'Amministrazione Comunale accese un prestito di 50.000 £, al tasso di interesse del 5% presso la Banca Popolare di Pavia.
Alla sfilata dei carri allegorici del Carnevale 1893, un enorme calamaio in cartapesta simboleggiava l'imminente erezione dell'edificio scolastico e il 9 aprile di quell'anno, il Sindaco Avv. Enrico Pollini diede inizio ai lavori appaltati dall'impresa del Sig. Degiorgi. Al Sig. Pusineri Giuseppe venne invece assegnata la costruzione della cancellata per 54 centesimi al Kg.
Nell'Ottobre del 1894, con l'inizio del nuovo anno scolastico, l'edificio era ultimato e apparve ai Sannazzaresi in tutta la sua imponente estetica: un bel palazzo a due piani, in forma lineare, con una semplice ma armonica facciata. Il corpo centrale, con portale e arco a tutto sesto sormontato da un balcone, presenta una serie di finestre ad arco al pianterreno, di taglio rettangolare, al primo piano.
Nei due corpi laterali altre 24 finestre, pure ad arco a tutto sesto, danno luce alle aule tutte esposte a mezzogiorno. Una cornice centrale ininterrotta funge da fascia marcapiano, secondo un coerente e unitario disegno architettonico. All'interno, dieci aule con soffitti a padiglione s'affacciano su ampi
e luminosi corridoi interrotti al centro da due scalinate che, come prescriveva la legge, separavano rigorosamente " i due sessi per evitare qualsiasi promiscuità ".
Con le varie migliorie apportate ed ispirate a nuove concezioni circa la formazione di classi miste (anni '60) fu costruita una sola scalinata a due rampe, illuminata da un grande lucernario di indubbia efficienza. Il bel giardino antistante, ma soprattutto l'ampio cortile interno ombreggiato da giganteschi tigli considerati ormai alberi monumentali, suscitano meraviglia e lusinghieri elogi da parte delle autorità scolastiche che in città e in provincia non trovano esempi di edifici ubicati in mezzo a tanta dovizia di verde.
Sì, il palazzo delle Scuole Elementari di Via Marconi è davvero bello, vanto della nostra comunità e mitico simbolo della nostra gioventù e dei nostri ricordi di scuola.
Dall'anno scolastico 2002 / 2003, il Palazzo di Via Marconi non ospita più le prime e le seconde classi della Scuola Elementare, come negli anni precedenti. Dal 2008, il Palazzo di Via Marconi diventa sede del Centro Polifunzionale "Enrico Mattei" ed ospita master universitari oltre alle sedi di alcune Associazioni di volontariato e ad uno spazio di aggregazione giovanile.