Marchese Luigi Malaspina - Sannazzaro de' Burgondi

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Marchese Luigi Malaspina

De Sancto Nazario


II prevosto don Giovanni Gazzaniga, nel volume della storia di Sannazzaro riguardante il Feudo, parla estesamente del marchese Luigi Malaspina che, ultimo discendente della famiglia, nacque a Pavia il 19 agosto 1754 da Francesco e Caterina Beccaria, nobile pavese. Spiega, con dovizia di particolari, don Gazzaniga: "Benché tenesse in Pavia la sua originaria residenza, il marchese Luigi Malaspina passava l'autunno nella sua bella villeggiatura di Sannazzaro (probabilmente il "Castello" nella via con tale nome), e qui dava convegno a personaggi celebri nella repubblica letteraria".
Don Gazzaniga ci offre quindi una descrizione di questa residenza: "Arricchì questa sua deliziosa villa di un elegante giardino di gusto inglese, che adornò con una cascata d'acqua, un tempietto di stile antico, laghetto e castello... Vi allestì anche un teatro privato, in cui tragiche e comiche rappresentazioni e liete danze e concerti musicali occupavano deliziosamente le lunghe sere del tardo autunno...".
Dopo la morte del padre aveva infatti ricevuto con atto del 3 luglio 1779 dal re di Sardegna l'investitura della metà del feudo di Sannazzaro. Solo con la morte del cugino marchese Ercole IV, avvenuta il 27 luglio 1787, egli quale unico superstite, erediterà anche l'altra metà del feudo.
A Sannazzaro il marchese progettò, volle e fece realizzare nel 1782 la chiesa di S. Bernardino, come si può ancora oggi leggere nell'epigrafe sopra il portale della chiesa stessa. Spiccò nella sua città natale fra le persone più stimabili, molto erudito ed appassionato cultore di scienze, pubblicò numerosi scritti che gli valsero rinomanza letteraria. Fra questi si ricordano la "Relazione di un viaggio in varie provincie d'Europa" un testo pubblicato nel 1793 dal titolo "Memorie sugli Ospedali, sugli Stabilimenti di Beneficenza e su differenti caratteri delle inclinazioni e delle passioni" frutto delle sue esperienze fatte nell'amministrazione dell'ospedale di Pavia, a cui si affianca un numero di altre svariate opere attinenti l'architettura e le belle arti: la "Descrizione della Certosa di Pavia", una "Dissertazione sulla Barriera di Porta Orientale", la "Guida di Pavia", un trattato sulle "Leggi del Bello applicate alla pittura ed all'architettura", nonché vari "Opuscoli d'Arte".
Fu annoverato tra i decurioni di Pavia e creato ciambellano dall'imperatore austriaco, titolo che gli fu riconfermato nel 1816. In seguito al trattato di Vienna fu nominato rappresentante pavese in quella città per regolare l'assetto territoriale, amministrativo e commerciale del Lombardo Veneto.
Fu proprio "in compenso dei suoi buoni uffici e dello zelo intelligente..." che l'anno seguente fu nominato Cavaliere dell'Ordine della Corona di ferro. Oltre ai meriti politici ebbe anche molti pregi intellettuali. Quale distinto letterato, esperto nell'architettura e protettore delle Belle Arti si prodigò nel raccogliere un tesoro di oggetti d'arte, di pittura e d'incisione ragguardevole che legò alla sua città, facendo edificare su suo disegno, un dignitoso palazzo di palladiana semplicità che destinò appositamente a Museo delle Belle Arti a pubblico vantaggio.
Il marchese si spense in Milano il 28 marzo 1835 lasciando tutti i suoi beni paterni posti in Sannazzaro e quelli pervenutigli dall'eredità dello zio materno Cesare Beccaria, all'erede Torquato, uno dei suoi parenti più prossimi.
Le sue spoglie mortali riposano sepolte in una cappella di suo patronato nel santuario della Madonna della Fontana nel nostro paese, non a caso poco distante dalla tenuta Malaspiniana, mirabile esempio di architettura di cascina lombarda e significativa testimonianza della famiglia Malaspina. Una lapide su cui si legge il seguente epitaffio scritto dal Gianolio indica il suo sepolcro e ne celebra le sue virtù:

Qui riposano le onorande ceneri del Marchese Luigi Malaspina di Sannazzaro patrizio pavese ciambellano di s.m.i.r.a. cav. dell'ordine 1° Austria. Della corona di ferro uomo di ouella egregia indole religione moderatezza e soavità che a tutti impongono riverenza ed amore il cui perspicace e dotto ingegno dimostrano gli scritti pubblicati cultore ardentissimo delle belle arti eresse a queste splendido stabilimento in patria ebbe molti uffici cospicui e gelosi con prudente accorgimento e specchiata integrità sostenuti. Morì nel XXVIII marzo MDCCCXXXV avendo vissuti anni LXXXI pochi al desiderio del Marchese Torquato Malaspina di Fosdinovo ora di Sannazzaro che da lui chiamato erede come del titolo gentilizio così dell'avito patrimonio al congiunto generoso e benefico in segno di affetto e di riconoscenza

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