Il Castello di Scaldasole, il cui nucleo originale fu probabilmente eretto tra il X ed il XII secolo, è una delle fortificazioni più suggestive ed imponenti non solo della provincia di Pavia, ma di tutta la regione Lombardia.
Appartenne alla nobile famiglia pavese dei Campeggi, feudatari del luogo per lungo tempo. L'investitura del feudo passo successivamente, prima solo in parte poi in totalmente, ai Folperti (nella persona di Ardengo, alto dignitario visconteo) che, nel 1404, ottennero dai Visconti la facoltà di ampliare il maniero costruendo il ricetto, cui assegnarono la funzione di piazza d'arme e di rifugio popolare, e riservando il castello a loro dimora signorile. Un edificio che, all'inizio del XV secolo, risultava "magnifico, tutto fiancheggiato da profondi fossati e guarnito di merli...".
Nel 1430 Filippo Maria Visconti tolse però il castello a Folperti che, col titolo di "maestro delle entrate ducali", era caduto in disgrazia sotto l'accusa di tradimento. Alla revoca della condanna il feudo tornò nelle mani dei Folperti fino al 1456, anno in cui passò al conte Franceso Pico della Mirandola che lo concesse in dote alla figlia Taddea sposa, nel 1465, di Giacomo Malaspina.
Il periodo in cui il borgo ed il suo castello furono sotto i Malaspina fu quello di massimo splendore: la fortezza venne abbellita da un portico con loggiato di stile bramantesco e furono aperte le finestre e la corte ospitò molti personaggi illustri da Isabella d'Aragona, promessa sposa del duca di Milano Gian Galeazzo Sforza, all'imperatore Massimiliano I d'Asburgo. Successivamente le mura del castello videro il passaggio di Carlo V, nel 1533 e, nel XIX secolo, del ministro Conte Camillo Benso di Cavour.
Il maniero divenne proprietà del cardinale Tolomeo Gallio di Como nella prima metà del '500. Per sua volontà vennero costruiti la cappella e il bellissimo giardino, a testimonianza del quale ancora oggi rimangono due magnolie. Alla metà del '700 il maniero fu venduto, dagli eredi del cardinale, alla nobile famiglia degli Strada che ne è tuttora proprietaria.
Il Castello di Scaldasole ripropone oggi l'impianto tipico delle fortificazioni viscontee, con cortile centrale rettangolare - con al centro un magnifico pozzo in laterizio - merlatura esterna, torri angolari, fossato e barbacane con il ponte levatoio.
All'interno si possono ammirare la cucina, il salotto, la sala da pranzo, la Camera degli orologi, la "Sala maiore", la "Camera longa", dedicata alle riunioni di consiglio del feudatario-podestà dove si legge il motto di casa Malaspina "Mala spina bonis, bona spina malis", la biblioteca con volumi di storia pavese e lombarda ed un ritratto femminile opera di Francesco Hayez, e la Camera Turchina, ospitante il Museo archeologico.